Il fascino dell' invisibile

Sorgenti artificiali

La radioattività artificiale è sicuramente dominata dalla diagnostica medica, mentre una frazione associata alle emissioni di centrali nucleari può essere talvolta presente. Mediamente la componente artificiale è inferiore a quella naturale, ma localmente può assumere valori importanti. Le sorgenti artificiali di radiazioni sono utilizzate e prodotte per vari scopi.
Eccone alcuni esempi:
  • macchine radiogene;
  • scanner a raggi-X;
  • medicina nucleare ;
  • acceleratori di particelle;
  • laser;
  • sorgenti per usi didattici.
Ci sono anche alcuni prodotti di uso più comune che contengono sorgenti di radiazioni, si possono citare ad esempio:
  • televisori a tubo catodico;
  • rilevatori di fumo;
  • materiali da costruzione (specialmente se refrattari);
  • retine Welsbach;
  • alcuni tipi di lenti ottiche;
  • orologi vintage e strumenti surplus militare con display verniciati al radio.
Quelle derivanti da attività umane comprendono:
  • effluenti dell'industria delle polveri nucleari e attività di ricerca;
  • elementi radioattivi entrati nell'atmosfera in seguito ad esperimenti atomici, cessati nella metà degli anni settanta (), o dovuti a gravi incidenti ad impianti termonucleari ( ).
La somma della radioattività naturale e di quella artificiale determinano il fondo di radioattività che può variare notevolmente da luogo a luogo e durante l’anno. Per dare un'idea degli ordini di grandezza coinvolti si può stimare che la quantità media di radioattività assorbita causa la radiazione cosmica è di circa 0,3mSv/a, da attività umane 0,3 mSv/a, quella dovuta alla radiazione terrestre 0,4 mSv/a, da radon e toron 0,8 mSv/a, dall’incorporamento di radioisotopi 0,38 mSv/a.
Ecco rappresentati i vari contributi in un diagramma circolare:
La dose procapite è quindi di circa 2,2 mSv/a, 86% naturale, 14% artificiale. Si ripete comunque che questo è un valore del tutto indicativo, esso può variare di molto da luogo a luogo. A livello mondiale, per esempio, il fondo di radioattività può variare mediamente fra 0,4 e 4 mSv/a (cioè di un fattore 10) con punte di 50 mSv/a in alcune zone dell’Africa centrale.


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