Il fascino dell' invisibile

Rivelatore di “grandi dimensioni”

Si tratta di una condizione ideale dove le dimensioni del rivelatore sono maggiori del percorso medio degli elettroni prodotti da una sorgente gamma monocromatica: la radiazione verrà quindi completamente assorbita dal mezzo. In tal caso si può ipotizzare che anche tutti i fotoni secondari interagiscano con il rivelatore. Come illustrato sotto:
La risposta del rivelatore dipenderà allora dallo sviluppo temporale dei processi che avvengono all’interno del volume sensibile del rivelatore. Se si considera che i fotoni si muovono nel mezzo a velocità approssimabile a quella della luce, il tempo che impiegano a propagarsi nel mezzo è dell’ordine di , s. Sapendo che il tempo necessario perché gli elettroni prodotti dalla interazione con i fotoni vengano raccolti e processati è dell’ordine di s appare evidente che nel caso di riassorbimento di fotoni diffusi per effetto Compton o di riassorbimento dei fotoni di annichilazione il rivelatore non riuscirà a distinguere energicamente tali eventi multipli da un processo di assorbimento fotoelettrico primario e registrerà il tutto come un evento di fotopicco. La risposta di un rivelatore di questo tipo sarà formata soltanto da un picco energetico centrato sull’energia dei fotoni incidenti. Sfortunatamente questa condizione ideale di completo assorbimento è difficilmente raggiungibile perché spesso l’energia trasportata dai raggi gamma è troppo elevata e la costruzione di un rivelatore che li assorba completamente non è sempre pratico e a volte nemmeno fattibile.
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